In questo periodo dell’anno è tanto in voga la fatidica
frase “anno nuovo, vita nuova”; te la ripeti ogni giorno mentalmente quando ti
guardi allo specchio, la trovi scritta nelle descrizioni dei selfie delle amiche su facebook, la usi per
giustificare un acquisto insolito e la ritrovi negli spot che ti invitano a
cambiare abitudini, ma mi viene spontaneo chiedermi: questa frase funziona
davvero?
Chi scrive, ama la festa di capodanno perché la vede come
una bella doccia calda dopo una giornata in cui ci si è persi sotto la pioggia
e si torna a casa inzuppati e infreddoliti con una bella dose di (dis)avventure
da raccontare o, per lo meno, a cui pensare mentre davanti allo specchio ci si
stropiccia il volto chiedendosi come sono possibili certe occhiaie. Una bella
doccia calda e ci si sente rinati, rinvigoriti e di nuovo speranzosi in una
giornata migliore dopo una bella dormita. Solo che poi magari capita di non
riuscire a dormire, e tutte le nuove speranze vengono vanificate da una notte
senza sogni, ma almeno anche senza incubi. Ecco, questo per me è l’inizio di un
anno nuovo: una doccia calda rinvigorente che permetta di cancellare ciò che c’è
di brutto nel passato e ritornare alla vita con una nuova carica. Questo per lo
meno è ciò che pensa il mio io sognatore, ma il suo coinquilino, quello cinico,
continua a chiedersi: può una serie di numeri detti al rovescio far sparire per
magia gli sfortunati eventi che si sono susseguiti nei 365 giorni precedenti? Ovviamente
no, non può. E allora come funziona, dal momento che nessuno ci ha dotato di un
cancellino magico? Come si cambia davvero? Si inizia dal look, tra nuovi tagli
di capelli che mai ci saremmo proposti di fare, un nuovo colore, nuovi piercing
e nuovi tatuaggi; e per fortuna a gennaio ci sono i saldi, quindi al tutto
potremmo aggiungere anche un totale cambio di stile, così che da un anno all’altro
si passi dal “prima” al “dopo” di ‘ma come ti vesti?’. Cambio di disposizione
dei mobili, cambio della dieta alimentare, cambio della foto profilo, cambio
della pittura della parete, riassetto totale di tutto ciò che ci circonda nella
frenetica ricerca di capire dove si nasconda il magico pulsante RESET, che
nonostante i nostri sforzi non riusciamo a trovare. Fino a che ci si guarda
allo specchio, ammiccando a quella fantastica “nuova me”, e riconoscendo che
sotto un fondotinta diverso, dietro al poncio di pelliccia che avremmo
giudicato troppo eccentrico giusto qualche giorno prima, e dietro alla
sostituzione degli amati jeans con le fastidiose collant velate, la nuova e la
vecchia sono la stessa persona. Ed ecco il panico, che ci assale come quando
dopo aver seguito scrupolosamente una ricetta ci si rende conto che la torta è
venuta da schifo; non panico, frustrazione, e ci si ripete continuamente dove e
quando abbiamo sbagliato, come sia potuto accadere, entrando così nel vortice
delle domande autolesioniste a cui mai riusciremo a rispondere. Con gli occhi
bagnati di malinconia e senso di nullità, si è costretti infine a riconoscere
che nonostante tutte le più geniali idee di cambiamento, non è stato fatto
nessun passo avanti; e allora, dov'è la vita nuova tanto promessa? Nonostante i
propositi spuntati, la mezz'ora di tapis roulant al giorno e la dedizione ad un
nuovo, o ritrovato, obbiettivo, le paure rimangono le stesse, dalle ferite
sgorga ancora sangue e le botte continuano a fare male. E allora dov’è il
punto? Dov’è la svolta? Come si gira quella dannata pagina?
Forse le pagine non si voltano, forse non si riscrivono,
forse un anno nuovo non cambia la vita tramite una formula magica, forse un
brindisi non basta a sancire la fine. Forse quella pagina dovremmo tenerla
aperta, rileggerla respirando, continuarla, e scrivere un adeguato finale. E forse,
la vita nuova è accettare questa semplice verità: possiamo cambiare i capelli,
la nostra pelle ed il nostro look, e questo potrebbe farci stare davvero meglio
in qualche modo, ma non possiamo cambiare ciò che siamo e siamo stati con
piastra e mascara. E magari questo è un lato positivo, perché se fosse così
facile cambiarsi allora tutti i nostri errori, tutte le nostre speranze, tutti
quei brutti finali e quei “vissero per sempre felici e contenti” trasformati in “e vissero per sempre in un appartamento pieno di gatti e liquori” sarebbero stati tremendamente vani.
Se fossero così facili da cancellare, probabilmente sarebbero stati meno veri,
meno intensi, meno nostri. E nonostante
cambiare possa essere la nostra unica ancora di salvataggio, forse per cambiare
davvero dovremmo paradossalmente accettare che non possiamo ancora farlo, e
vivere in pace con noi stesse fino a che ci sveglieremo e, nei nostri soliti
jeans, ci renderemo conto di essere persone totalmente diverse.
Nessun commento:
Posta un commento