venerdì 8 gennaio 2016

E vissero per sempre... cercando il tasto RESET

per gentile concessione di me stessa
In questo periodo dell’anno è tanto in voga la fatidica frase “anno nuovo, vita nuova”; te la ripeti ogni giorno mentalmente quando ti guardi allo specchio, la trovi scritta nelle descrizioni dei  selfie delle amiche su facebook, la usi per giustificare un acquisto insolito e la ritrovi negli spot che ti invitano a cambiare abitudini, ma mi viene spontaneo chiedermi: questa frase funziona davvero?
Chi scrive, ama la festa di capodanno perché la vede come una bella doccia calda dopo una giornata in cui ci si è persi sotto la pioggia e si torna a casa inzuppati e infreddoliti con una bella dose di (dis)avventure da raccontare o, per lo meno, a cui pensare mentre davanti allo specchio ci si stropiccia il volto chiedendosi come sono possibili certe occhiaie. Una bella doccia calda e ci si sente rinati, rinvigoriti e di nuovo speranzosi in una giornata migliore dopo una bella dormita. Solo che poi magari capita di non riuscire a dormire, e tutte le nuove speranze vengono vanificate da una notte senza sogni, ma almeno anche senza incubi. Ecco, questo per me è l’inizio di un anno nuovo: una doccia calda rinvigorente che permetta di cancellare ciò che c’è di brutto nel passato e ritornare alla vita con una nuova carica. Questo per lo meno è ciò che pensa il mio io sognatore, ma il suo coinquilino, quello cinico, continua a chiedersi: può una serie di numeri detti al rovescio far sparire per magia gli sfortunati eventi che si sono susseguiti nei 365 giorni precedenti? Ovviamente no, non può. E allora come funziona, dal momento che nessuno ci ha dotato di un cancellino magico? Come si cambia davvero? Si inizia dal look, tra nuovi tagli di capelli che mai ci saremmo proposti di fare, un nuovo colore, nuovi piercing e nuovi tatuaggi; e per fortuna a gennaio ci sono i saldi, quindi al tutto potremmo aggiungere anche un totale cambio di stile, così che da un anno all’altro si passi dal “prima” al “dopo” di ‘ma come ti vesti?’. Cambio di disposizione dei mobili, cambio della dieta alimentare, cambio della foto profilo, cambio della pittura della parete, riassetto totale di tutto ciò che ci circonda nella frenetica ricerca di capire dove si nasconda il magico pulsante RESET, che nonostante i nostri sforzi non riusciamo a trovare. Fino a che ci si guarda allo specchio, ammiccando a quella fantastica “nuova me”, e riconoscendo che sotto un fondotinta diverso, dietro al poncio di pelliccia che avremmo giudicato troppo eccentrico giusto qualche giorno prima, e dietro alla sostituzione degli amati jeans con le fastidiose collant velate, la nuova e la vecchia sono la stessa persona. Ed ecco il panico, che ci assale come quando dopo aver seguito scrupolosamente una ricetta ci si rende conto che la torta è venuta da schifo; non panico, frustrazione, e ci si ripete continuamente dove e quando abbiamo sbagliato, come sia potuto accadere, entrando così nel vortice delle domande autolesioniste a cui mai riusciremo a rispondere. Con gli occhi bagnati di malinconia e senso di nullità, si è costretti infine a riconoscere che nonostante tutte le più geniali idee di cambiamento, non è stato fatto nessun passo avanti; e allora, dov'è la vita nuova tanto promessa? Nonostante i propositi spuntati, la mezz'ora di tapis roulant al giorno e la dedizione ad un nuovo, o ritrovato, obbiettivo, le paure rimangono le stesse, dalle ferite sgorga ancora sangue e le botte continuano a fare male. E allora dov’è il punto? Dov’è la svolta? Come si gira quella dannata pagina?

Forse le pagine non si voltano, forse non si riscrivono, forse un anno nuovo non cambia la vita tramite una formula magica, forse un brindisi non basta a sancire la fine. Forse quella pagina dovremmo tenerla aperta, rileggerla respirando, continuarla, e scrivere un adeguato finale. E forse, la vita nuova è accettare questa semplice verità: possiamo cambiare i capelli, la nostra pelle ed il nostro look, e questo potrebbe farci stare davvero meglio in qualche modo, ma non possiamo cambiare ciò che siamo e siamo stati con piastra e mascara. E magari questo è un lato positivo, perché se fosse così facile cambiarsi allora tutti i nostri errori, tutte le nostre speranze, tutti quei brutti finali e quei “vissero per sempre felici e contenti” trasformati in “e vissero per sempre in un appartamento pieno di gatti e liquori” sarebbero stati tremendamente vani. Se fossero così facili da cancellare, probabilmente sarebbero stati meno veri, meno intensi, meno nostri.  E nonostante cambiare possa essere la nostra unica ancora di salvataggio, forse per cambiare davvero dovremmo paradossalmente accettare che non possiamo ancora farlo, e vivere in pace con noi stesse fino a che ci sveglieremo e, nei nostri soliti jeans, ci renderemo conto di essere persone totalmente diverse. 

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